La legalizzazione della cannabis, lo sappiamo tutti, varia da paese a paese. Ci sono stati in cui è permesso anche il cosiddetto uso ricreativo, in altri soltanto quello terapeutico e in altri paesi la cannabis è ancora vietata ed è considerato ancora una specie di tabù.
Uno dei primi paesi stranieri a legalizzare la cannabis è stato l’Olanda che già nel 1976 con l’Opium Act ha regolamentato il regime di tolleranza del possesso e della vendita. Secondo la legislazione olandese la marijuana è legale, ma sono previste comunque pene pecuniarie o penali da cui dipendono la singola quantità in possesso … per intenderci, fino a 5 grammi non sono previste sanzioni. La vendita delle cosiddette droghe leggere è illegale, ma tollerata all’interno dei coffee shops così come la coltivazione ad uso personale.
Anche in Spagna è illegale portarsi in giro la cannabis e fumarla in pubblico, ma è perfettamente a norma di legge coltivarla per uso personale e il consumo è autorizzato all’interno dei luoghi autorizzati, i social club. Una normativa simile è prevista anche in Repubblica Ceca dove il possesso è legale fino a 15 grammi ed è permessa anche la coltivazione per uso personale, ma con un limite di piante.
Andando al di là del globo, arriviamo fino nel continente americano. In Canada, ad esempio, la cannabis è illegale ma può divenire legale attraverso il rilascio di «licenze» governative che ne permettono l’uso a livello medico e industriale.
Negli Stati Uniti, invece, la questione è un po’ più complessa a causa del sistema federale.In moltissimi stati federali l’uso della cannabis non è ancora permessa ed è punibile dalla legge, mentre in 23 stati l’uso è permesso ma solo a scopo terapeutico e soltanto in cinque tra questi, Colorado, Washington, Oregon, Alaska e il distretto di Columbia, è concesso anche l’uso ricreativo.
Scendiamo un po’ più a sud e vediamo a che punto è la legalizzazione della cannabis in Sudamerica. L’Uruguay, pochi anni fa (era il dicembre del 2013) ha legalizzato la marijuana facendola diventare monopolio di stato: così ogni cittadino maggiorenne può coltivare, acquistare e consumare legalmente cannabis a patto che si registri in un albo dei consumatori.
C’è poi il caso, tutto particolare, del Brasile, in cui vale una sorta di “regime doppio”, ovvero la cannabis è illegale per legge, ma il suo consumo è ampiamente tollerato.
E in Asia?
In molti paesi del Medioriente, in cui spesso vige la sharia, la legge islamica, il consumo di cannabis viene punito con ergastolo o addirittura con pene corporali. È curioso, invece, la situazione della legalizzazione della cannabis in India: pensate che per legge la marijuana è illegale ma è permesso il consumo in alcune manifestazioni religiose. A Varnasi, una delle città sacra, è possibile consumarla sotto forma di bhang, una bevanda composta da alcuni fiori e dalla cannabis, che viene utilizzata durante i rituali Hindu.
Legalizzare la cannabis funziona? Ecco cosa dicono i dati!
Legalizzare la cannabis, secondo diverse fonti, funziona davvero e ha effetti positivi sul sistema giudiziario, sulla riduzione della criminalità e anche sul consumo di sostanze stupefacenti.
Secondo, ad esempio, uno studio condotto dalla Open Society Foundations – Global Drug Policy Program, grazie alla legalizzazione crollano gli arresti e quindi i processi per i reati minori legati al possesso di droghe leggere. È facile quindi intuire come questa diminuzione porta ad alleggerire il sistema giudiziario che non si vede più intasato da reati legati al possesso di marijuana.
Inoltre, stando agli studi e ai dati, grazie a un regime più tollerante calerebbe anche il consumo, soprattutto tra i giovanissimi, e, soprattutto, crollerebbe il tasso di criminalità legato allo spaccio delle cosiddette droghe leggere.
In sostanza, la legalizzazione della cannabis sembra avere effetti positivi sui consumi, ma soprattutto ha conseguenze del tutto positivo dal punto di vista economico grazie alla vendita legale.
Voi cosa ne pensate?